martedì 17 maggio 2016

Recensione: "Redenzione e tormento" di Sylvain Reynard

Buon Martedì, lettori! Come state? Solo io sono afflitta da una stanchezza disumana? Davvero. Dormirei per una settimana di fila, e probabilmente al mio risveglio avrei ancora sonno. Vabbé che sono una persona molto pigra, ma forse così si esagera un po' XD

Ad ogni modo, oggi come sempre, vi propongo una nuova recensione, anche se devo avvertirvi: si tratta del secondo volume di una trilogia, quindi è possibile che sia costretta a fare qualche SPOILER.


Titolo: Redenzione e Tormento
Autore: Sylvain Reynard
Editore: Nord
Pagine: 418
Prezzo: 15,90

Gabriel e Julia sono anime gemelle. Per lui, quella timida e dolce studentessa universitaria è la luce che ha spazzato via le tenebre del passato; l'angelo che lo ha allontanato dalla strada dell'eccesso e che gli ha insegnato ad amare. Per Julia, l'incontro col professor Gabriel Emerson è stato l'inizio di una "vita nova". Grazie a lui, Julia si è lasciata alle spalle i ricordi dolorosi e ha trovato la forza per superare le proprie insicurezze. E adesso è pronta per farsi guidare lungo un sentiero costellato di desideri e di trasgressioni, verso il paradiso della felicità... All' improvviso, però, il destino volta loro le spalle. Qualcuno ha scoperto la loro relazione e, per evitare uno scandalo che trascinerebbe nel fango l'ateneo, il rettore li mette di fronte a un ultimatum: devono separarsi, altrimenti la loro vita diventerà un inferno. Ma come potrà Gabriel scegliere tra la sua Beatrice e la carriera? Come potrà Julia essere felice se rinuncerà ai suoi sogni in nome dell'amore?

Recensione:
Se devo essere sincera inizialmente non avevo intenzione di dedicare un intero post a questo libro, più che altro perché la mia è stata una rilettura e volevo dare più importanza ad altri romanzi, le cui recensioni erano in ritardo. Ma dopo le sensazioni contrastanti che ho provato leggendo "Redenzione e tormento", ho capito che DOVEVO parlarne in modo approfondito. E quindi eccoci qua.

La storia è narrata in terza persona e la focalizzazione è sui tre personaggi principali: Julia, una ragazza che si trasferisce a Toronto per laurearsi in studi danteschi e -ma questo lo sanno in pochi- per sfuggire da un passato turbolento; Gabriel, l'insegnante di Julia, nonché amico di famiglia e suo primo amore, che nasconde dei trascorsi poco trasparenti; e infine Paul, un compagno di studi di Julia che è pazzamente e inutilmente innamorato di lei. Dico inutilmente perché come si è visto nel volume pretendente della trilogia, Julia ha iniziato una relazione piuttosto seria proprio con il professore Emerson (Gabriel).

La storia inizia dove l'avevamo lasciata: con i due innamorati che si godono la loro vacanza a Firenze e che imparano a conoscersi sotto molti punti di vista (si anche quel punto di vista). Sembrano vivere in un piccolo mondo utopistico in cui è sufficiente la consapevolezza dell'amore dell'altro per sopportare qualsiasi cosa. Una situazione idilliaca fatta di parole dolci e felicità che, purtroppo, molto presto dovrà scontrarsi con la realtà.

L'arcinemica di Julia -Christa- infatti, per vendicarsi del rifiuto dell'affascinante professore, decide di denunciare la coppia all'università che, prendendo con molta serietà i casi di prostituzione in cambio di voti e quelli di molestie da parte dei professori, non esiterà ad indagare. Ovviamente l'amore di Julia e Gabriel non ha nulla a che fare con i voti, o con molestie sessuali, ma allora perché Gabriel si comporta così?  Che Julia si sia sbagliata sul suo conto?

Una delle cose che mi piace di più di questa trilogia è l'atmosfera idilliaca, poetica che l'autore riesce a creare; anche se, devo dirlo, in questo libro risulta un po' esagerata. Nel volume precedente della saga, infatti, quest'atmosfera era alternata a momenti di crisi, in cui i personaggi cercavano di conoscersi anche attraverso il loro turbolento passato. E da questo derivava la veridicità dei loro caratteri. Qui, invece, sebbene non sia tutto rosa e fiori, ho trovato che per la maggior parte del tempo i due protagonisti abbiano delle conversazioni troppo sdolcinate per risultare reali, dei comportamenti troppo cavallereschi che, in alcuni casi, potevano essere -se non evitati - spiegati meglio.

Insomma, forse sarà colpa del fatto che non sono una persona particolarmente romantica, ma Redenzione e tormento mi ha un po' delusa in questa seconda rilettura. Me lo ricordavo diversamente. 

Tuttavia, non posso dire che sia un libro da buttare: la storia, la scrittura, i personaggi, i molteplici riferimenti alla letteratura italiana, sono tutti elementi che rendono piacevole la lettura; è grazie a questi aspetti, inoltre, che ho deciso di concludere il romanzo, prima, e la trilogia, dopo.

Voi l'avete letto? O ne siete incuriositi? Scrivetemi le vostre impressioni in un commento qui sotto :)


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