sabato 26 agosto 2017

Cinque libri che associo inevitabilmente a cinque canzoni

Buon pomeriggi, Lettori! Come state? Oggi, finalmente, sembra esserci una temperatura umanamente sopportabile, quindi -zanzare permettendo- penso che passerò il resto del pomeriggio a crogiolarmi sotto il sole, sospinta dal calmo movimento del dondolo che ho in giardino, e allietata dalla lettura di The Host, L'Ospite.

  
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 Cinque romanzi che associo inevitabilmente a cinque canzoni.
So che tutti i lettori sono un po' diversi: c'è a chi piacciono i gialli, e c'è chi li odia. C'è chi non può vivere senza romanzi rosa, e c'è chi sopravvive benissimo senza. C'è chi, poi, come me, pensa che le cosa veramente importanti, durante la lettura, in grado di rendere più piacevole o, al contrario, terribilmente disturbante un libro innocente, siano solo una manciata: il tempismo, la comodità, e la musica. Nel mio caso forse la musica è la più importante, perché sono fermamente convinta che la melodia giusta, al posto giusto, possa dare un plus valore anche al libro più bello della storia dei libri belli. Per cui ecco, in breve, cinque esempi di libri che ho amato anche grazie alla canzone a loro associata.

 
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Forse chi mi segue da un po' saprà che Queste oscure materie è la mia saga preferita in assoluto e come immagino che succeda un po' a tutti, con i propri libri/film/oggetti prediletti, quando passo per caso davanti allo scaffale in cui ho accuratamente riposto il volume e vedo il tomo che contiene tutti e tre i romanzi, o quando decido di sfogliarlo per leggere di nuovo i passaggi che più mi hanno emozionata, o ancora, quando penso ai personaggi e -in particolare- al finale della storia, un senso di nostalgia mi pervade, rendendomi spesso, anche vicina alla commozione. Questo perché Philip Pullman è riuscito ad entrarmi nel cuore, con questa saga; mi ha emozionata, mi ha divertita, mi ha fatto riflettere su tematiche spinose e, forse, mi ha anche un po' formata. Quindi, si, ancora adesso sono estremamente emotiva quando si tratta di Queste oscure materie, e lo stesso accade -ahimé- quando riascolto anche solo di sfuggita la melodia che mi ha accompagnata per tutta la lettura: River flows in you.



Per 1Q84 il discorso è molto simile, anche se, ovviamente, il livello di affetto che provo nei confronti dell'opera di Philip Pullman non ha eguali ora, come non ne avrà mai. Però non posso non ammettere che la trilogia nata dall'abile penna dello scrittore orientale, Murakami Haruki, è meravigliosa e ottiene senza forzature un suo posticino sul podio dei miei libri preferiti. Non penso che sia una storia (e lo stesso discorso vale anche per lo stile di scrittura dell'autore) che possa andare a genio a tutti; questo perchè -è inutile negarlo- l'evoluzione della vicenda è estremamente lenta, in linea con tutti gli altri scritti che ho letto fin'ora di Murakami. Quì ci si concentra molto di più sull'interiorità, sulla psicologia dei personaggi, che cambia, muta e si adatta, a seconda della situazione. La melodia associata a questi libri, quindi, non poteva che essere delicata, tranquilla, ma colma di un velo d'inquietudine; sto parlando di Whos' there di Peter Sandberg.



Di Le Ragazze vi ho parlato recentemente in una recensione approfondita (QUI) quindi non mi dilungherò troppo. Ci tenevo solo a ricordarvi la peculiarità di questo romanzo, cosruito su uno stile di scrittura lineare, intelligente e piacevole e -allo stello tempo- sulla continua descrizione di elementi disturbanti, come la spazzatura, il cattivo odore emanato dalle persone, il caldo; un mix che porta il lettore a provare una sorta di involontaria attrazione e fascinazione per tutto ciò che esula dal concetto comune di bello e piacevole. Proprio come accade per la protagonista, Evie.
Leggendo Le Ragazze non ho potuto fare a meno di ascoltare in loop Half The World Away di AURORA; una canzone dalle note calme e ripetitive, bellissima, ma tutta particolare.



Durante la lettura de Il seggio vacante (di cui trovate la recensione QUI), invece, ho preferito l'ascolto di una canzone che mischia note allegre a intermezzi malinconici. Trovo che sia adattissima alla storia degli abitanti di Pagford, che dedicano gran parte delle loro giornate alla gestione della loro vita sociale, ma che, in diversi momenti, si troveranno ad affrontare dei momenti molto meno superficiali e frivoli, pieni di sconforto e solitudine. Si tratta di Carry  You di Novo Amor.



Per l'ultimo -ma non ultimo- romanzo di cui ho scelto di parlare oggi, colmo di oscurità, magia naturale, ma anche della volontà di donarsi al bene, ho pensato fosse adattissima Believe dei Mumford & Sons; una canzone che parte lentamente e che cresce piano piano di tono, esplodendo sul finale. E' drammatica, misteriosa e bellissima.

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