giovedì 24 agosto 2017

Recensione: Le ragazze di Emma Cline


Buon pomeriggio, Lettori! Come state? Io prevedo che questa giornata non potrà andare avanti senza litri e litri di caffeina. Non ho nemmno fatto granché, a parte leggere e scrivere questo nuovo post, ma è da stamattina che una nube di sonno mi svolazza sopra alla testa, rendendomi impossibile concentrarmi su qualcosa di anche lontanamente produttivo. Sarà il caldo?

Titolo: Le ragazze.
Autore: Emma Cline
Casa editrice: Einaudi
Pagine: 334
Valutazione: ✩✩✩✩
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Evie voleva solo che qualcuno si accorgesse di lei. Come tutte le adolescenti cercava su di sé lo sguardo degli altri. Un'occasione per essere trascinata via, anche a forza, dalla propria esistenza. Ma non aveva mai creduto che questo potesse accadere davvero. Finché non le vide: le ragazze. Le chiome lunghe e spettinate, i vestiti cortissimi. Il loro incedere fluido e incurante come di "squali che tagliano l'acqua". Poi il ranch, nascosto tra le colline. L'incenso, la musica, i corpi, il sesso. E, al centro di tutto, Russell. Russell con il suo carisma oscuro. Ci furono avvertimenti, segni di ciò che sarebbe accaduto? Oppure Evie era ormai troppo sedotta dalle ragazze per capire che tornare indietro sarebbe stato impossibile?

Recensione:
Inizierò questa recensione con una piccola confessione: se avessi trovato questo romanzo in libreria, e anche fossi stata attratta dalla copertina (che non è niente male), probabilmente non lo avrei comunque portato a casa con me. Questo perché la trama, per quanto interessante, non mi ha fatto subito individuare la tematica principale della storia, ovvero l'ingresso di Evie -la protagonista quattordicenne- in una setta formatasi negli anni Sessanta. Inizialmente, leggendo la sinossi, avevo solo intuito una parte della storia: la droga, il sesso e tutto quello che potrebbe andare a costruire lo sfondo di un'adolescenza problematica. Ma in questo romanzo ho trovato molto di più e mi sono pentita di averlo sottovalutato. Allo stesso tempo ho provato anche un senso di gratidudine nei confronti del suo successo, che alla fine mi ha convinta a dargli una possibilità.
In questo libro, infatti, non solo ci viene raccontata l'adolescenza in termini molto più nitidi, senza i filtri con cui la letteratura di formazione tende generalmente a narrare le prime avventure amorose, le prime amicizie importanti, i litigi, i malumori e la voglia di indipendenza che caratterizzano questo periodo, ma vengono toccate anche delle tematiche delicate, ancora oggi oggetto di ritrosia o -purtroppo- scherno, come l'omosessualità (qui descritta come qualcosa di naturale, buono, così come potrebbe esserlo un amore eterosessuale), come la voglia di allontanarsi dai canoni che la società impone e pretende; voglia di essere semplicemente liberi, fuori dagli schemi, in sintonia con la natura anche quando sono le brutture a prevalere.

E qui, in effetti, spesso sono proprio le brutture a dominare la scena. Ed è questo uno degli elementi che più mi ha affascinata: quello che nella vita di tutti i giorni potrebbe infondermi una sensazione di fastidio, ribrezzo, schifo, è descritto dall'autrice in termini quasi onirici, mitici, che creano uno strano, luccicante sfondo alla storia. E' un po' come se per tutto il romanzo ci si trovasse di fronte ad un cumulo di immondizia e cattivi odori che, però, sotto il sole cocente dell'estate, brillano, diventando in qualche modo affascinanti proprio per questa loro contraddizione interna; prima agli occhi della protagonista -che, provenendo da una famiglia ricca, è sempre stata abituata al lusso e ad una vita semplice, agiata, ma a tratti noiosa e ripetitiva- e poi a quelli del lettore.

In questa ambientazione conosciamo le ragazze, che danno il titolo al romanzo stesso; un gruppo piuttosto bizzarro, ma da subito affascinante per la sua diversità, che la protagonista intravede per la prima volta in un parco, mentre frugano in un cassonetto alla ricerca di cibo; il loro atteggiamento di distacco e menefreghismo nei confronti di tutti gli altri presenti (l'apice giunge quando una di loro si alza la maglietta, mostrando il seno) le porta automaticamente su un piano diverso, misterioso, segreto, che Evie vuole subito poter raggiungere. E ci riesce, anche se dopo alcuni capitoli. Entra a far parte di quella strana compagnia, viene introdotta al ranch, il loro rifugio, e a Russell, l'oggetto del loro amore e del loro rispetto, intorno a cui orbitano inermi le loro volontà, i loro pensieri, e le loro vite. Anche la protagonista è subito affascinata da questo personaggio carismatico, tanto che arriverà a credere nella sua causa ciecamente (almeno nei primi tempi).

Ma ancora più che Russell, sarà Suzanne a tenerla ancorata al ranch, costruendo con Evie un rapporto estremamente intimo, privo di confini fisici o mentali. Quello per la ragazza dalla strana bellezza sarà un amore che maturerà lentamente, trasformandosi da fascinazione e attrazione ad affetto, nell'arco di tutto il libro. E, anche se in modo piuttosto ambiguo, sarà ricambiato.

Penso sinceramente che si tratti di un romanzo unico, sia per la storia -accuratamente studiata e puntualemente raccontata-, sia per la scrittura che, intelligente e fresca, unita alle tematiche oscure e spinte, creerà un potente mix capace di rendere persino il lettore, succube di quella fascinazione oscura che la protagonista ha conosciuto così bene.
Non sono sicura che possa piacere a tutti, ma posso affermare con fermezza che per me è stata una lettura sorprendente e interessante.

P.s: è un romanzo che va letto d'estate. 


Voi avevato già letto "Le ragazze"? Fatemi sapere che cosa ne pensate con un commento, qui sotto! (clicca sulla nuvoletta).

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